luca vascon

VR photography

Computar (Pentax) 50mm f1.8 su micro 4/3

Computar, cioé Pentax, probabilmente una lente da CCTV. Trovata a poco  che galleggiava nelle acque della eBaya.

Si presenta come un piccolo piccolo obiettivo fatto bene, tutto in metallo e vetro. Denso, pesante. Ghiera diaframmi OVVIAMENTE senza click, molto fluida. Messa a fuoco densa e pastosa.

Appena messo  su ho fatto un salto. Niente angoli neri, vignettatura leggera, ottimi contrasti, colori fantastici, ottima definizione  e uno sfocato che sembra seta!
Pacco, non mete a fuoco oltre il metro. Guardo bene, é un “Culo Grasso” ed il mio adattatore cinese economico é davvero troppo stretto. Calibro in mano faccio due conti, e no.
Nemmeno un Metabones da 50 eurazzi potrebbe contenerlo. Che fare? Le soluzioni non sono molte. Comperare un adattatore piú tecnico, smontare e far rifilare (ritornire) lo zoccolo cromato che porta la montatura, oppure operare sull’elicoide di messa a fuoco. Si tratta del meccanismo a vite che porta avanti ed indietro tutto il gruppo ottico per focheggiare. Questo ha sempre la possibilitá di essere registrato, le ottiche vengono registrate in fabbrica sulla base del tiraggio nominale, ma di solito c’é sempre un minimo di  spazio per aggiustamenti anche consistenti.

La fortuna é che tutte queste ottiche sono piccole, e quindi semplici! si assomigliano quasi tutte.
Con cautela scopro la ghiera della messa a fuoco, stando attento a non rompere la gomma godronata.Tre viti a grano. Bingo. basta allentarle, non rimuoverle.

Bisogna allentare anche la vite a stella… Che cos’é? ma é il blocco della messa a fuoco! é la “battuta”, il fondo scala.

Smontata! vedete ottica, tappo posteriore, ghiera di messa a fuoco e relativa gommina.Guardate bene la parte cromata che contiene il gruppo lenti. Si vedono le traccie di dove i tre grani vengono fissati, rendendo la ghiera di MAF solidale al gruppo ottico sull’elicoide. Bene, montiamo il tutto sulla macchina cosí com’é.

Adesso proviamo. Miriamo ad infinito, zoom del liveview al massimo, diaframma spalancato,  e giriamo a mano il gruppo sul suo elicoide, fino a che non va a fuoco. Meglio se su cavalletto. Sembra andare a fuoco a infinito, quasi perfettamente, a fine corsa. Dove l’elicoide é un pelo piú ruvido, senza grasso.

Rimontiamo la ghiera, allinata sulla scala delle distanze ad infinito, e serriamo i grani. Ora un ultimo tocco… Con l’obiettivo ancora su, allentiamo i grani della montatura, in modo da poter allineare il registro di messa a fuoco e diaframma ad ore 12 rispetto alla baionetta della Pen. Il brillantino della Frociocamera sui sta scollando…

BINGO! Adesso che é tutto allineato ci faccio un giro. La messa a fuoco é un poco piú ruvida. Bella forza, sta girando dove non c’é grasso! E poi.. pacco! la minima distanza di MAF é un metro! é anche scritto sul barilotto.
ora, io un 50mm sulla PEN lo uso per fare ritratti (é come un 100mm) e mi capita anche troppo spesso di volerli fare a persone che stanno a circa 50cm da me. Perfetto se hai un 50mm di una vecchia reflex, con adattatore: la minima distanza di MAF é 40-50 cm.

Una volta eliminata la vite a stella, la battuta di messa a fuoco non esiste piú… e girando la ghiera di oltre 400 gradi (piú di un giro completo) la minima distanza di messa a fuoco arriva a 50cm!! A presto dei seri test!!

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Ed ecco i seri test.
L’obiettivo dimostra una grande grinta. Va molto meglio di quanto mi ero immaginato.  Bisogna fare attenzione ai flare. Specialmente quando il sole é subito fuori dall’inquadratura. Mettere a fuoco in manuale é una passeggiata.

Purtroppo manca qualche decimo all’infinito,  spero di recuperarlo con un adattatore migliore. Per ora, peró, é sufficiente chiudere il diaframma ad f2.8

Quello che stupisce é la gradualitá e la “cremositá” dello sfocato, sempre molto ordinato e morbido. La messa a fuoco, portata ad una cinquantina di centimetri,  consente qualche interessante acrobazia nel fotografare gli oggetti.

Qualche test un poco piú scientifico, sul foglio di carta a quadretti, mi rivela una buona ottica, non eccezionale ma buona.  Sul bordo sono presenti aberrazioni cromatiche  nella norma, la vignettatura é sempre presente,  si riduce sensibilmente ad f4, le distorsioni geometriche, il classico barilotto, é abbastanza pronunciato, ma non piú di una normale ottica zoom. 

Quello che colpisce,  guardando le immagini del foglio a quadretti, é come focheggiando al centro i bordi siano progressivamente fuori fuoco, mentre  nelle foto normali sono ottimi e gradevoli… f1.8f2.8 f5.6f8

Questo é dovuto alla curvatura di campo, e non a difetti dell’obiettivo.

Allora, che cos’é questa lente? Il graal, l’ottica da ritratto perfetta?  Primo, quasi nessuna lente eccezionale é perfetta. Una lente eccezionale é una lente che, all’interno di un utilizzo specifico, brilla nel mucchio, si staglia dalle altre con un carattere preciso ed unico, un attrezzo che permette al fotografo di ottenere un certo tipo di risultato in maniera naturale e senza acrobazie. É la ragione per cui in uno stesso corredo possono stare piú ottiche della stessa lunghezza focale.
Facciamo una considerazione, lasciando il 45 Olympus da una parte per un poco. Per avere un luminoso medio tele da ritratto, fino a poco fa, dovevamo procurarci una ottica tra i 35 ed i 50mm fatta per il formato piano della pellicola ed adattarla.

EPL-1 con 50mm Computar, 50mm 1.8 Canon 39×1  (Leica a vite), ed il meraviglioso Konica 50mm 1.7.

Un buon 50, con il suo adattatore, veniva a pesare ed ingombrare quasi quanto la macchina, sbilanciando il tutto notevolmente, e compromettendo la tascabilitá dell’oggetto.
Se scelgo una lente fatta per macchine a telemetro ho un insieme bilanciato, compatto ed esteticamente gradevole.  La distanza minima di messa a fuoco, peró é limitata ad un metro. In una birreria, al tavolo del ristorante, ad una normale distanza di interazione “intima”, alla distanza abituale di un ritratto, per il mio modo di lavorare, non funziona, tocca fare equilibrismi patetici che allungano i tempi e fanno perdere il momento giusto. Senza contare il costo, molto piú elevato delle ottiche nel mercato dell’usato.
Ora Olympus é uscita con un 45mm f1.8, ad un prezzo allettante, e che sembra proprio avere una qualitá d’immagine straordinaria. Piccolo, autofocus, ben costruito e performante. Ciononostante un 50mm come questo Computar, modificato opportunamente (basterebbe in realtá che mettesse a fuoco tra i 50cm ed i 10m) sembre proprio una soluzione economica e appagante. Non nego che mi piacerebbe fare un confronto tra i due

A presto per una prova sul campo, per capire se si tratta di una “ottica eccezionale” oppure di una Toy Lens.

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